lunedì 31 agosto 2020

MARLENE KUNTZ – Udine, venerdì 28 agosto 2020 - Castello

 di Cristiano Pellizzaro per RadioCityTrieste (pubblicato il 31 agosto 2020)

foto di Gianpaolo Scognamiglio per gentile concessione di Azalea.it



UDINE
- Gli anni '90 per il Rock italiano sono stati davvero incredibili. Un'interminabile lista di band che spaziava in ogni direzione, aveva fatto sognare orde di giovani e non solo. Poi però qualcosa è andato storto e l'onda musicale si è infranta sugli scogli. Tra i pochi sopravvissuti di quell'epoca, che oggi si contano sulle dita di una mano, ci sono i Marlene Kuntz ritornati in Regione, al castello di Udine, per la rassegna Udine Vola 2020 (l'ultimo appuntamento di questa edizione, previsto con Marco Masini, è stato posticipato a mercoledì 9 settembre).

Due sole le date quest'anno per la band piemontese (la seconda è prevista a Pistoia il 19 settembre), per un inaspettato set elettroacustico tutto da scoprire, presentato all'impaziente pubblico accorso anche da fuori Regione per vedere gli MK che, esattamente un anno fa avrebbero dovuto suonare sempre qui, nello stesso luogo, ma che per problematiche legate alla salute di uno dei componenti, hanno dovuto rivedere tutto il loro calendario, dovendo annullare qualche data, compresa proprio quella del capoluogo friulano.

Sul palco il nucleo originale della band formato da Cristiano Godano, Luca Bergia e Riccardo Tesio, al cui fianco troviamo l'ormai collaudato Lagash al basso e il polistrumentista Davide Arneodo per una scaletta che ha riservato più di qualche sorpresa. E se mi posso permettere, per questa anomala stagione delle esibizioni live, va bene così, quindi grazie all'ottima organizzazione di Azalea che ha dimostrato ancora una volta di saper gestire ogni tipo di situazione, proponendo sempre spettacoli di elevata qualità.

Si parte con Ti giro intorno dal disco Il vile del 1996 per poi proseguire con Sapore di miele (da Uno del 2007), Notte (da Senza peso del 2003) e La tua giornata magnifica (Nella tua luce del 2013), per uno spettacolo che decisamente ha un sapore diverso rispetto a quanto siamo stati abituati dalla band cuneese. Infatti la complicità che si è venuta a creare tra la situazione virologica che ci obbliga a stare sempre seduti ad una certa distanza l'uno dall'altro, e la scelta della band di creare uno show come questo, ci coglie impreparati. Ai concerti degli MK si poga, si grida e ci si scalmana al suono dell'onda d'urto sonora proveniente dal palco. Ho sempre sostenuto che i Marlene sono meglio dal vivo che ascoltati in disco, stasera invece assistiamo ad uno spettacolo per certi versi sornione che, come un gatto dall'indole bastarda, aspetta il momento giusto per svelare il suo carattere e mostrare i denti. Mi aspetto una svolta da un momento all'altro, è solo questione di tempo. Dopo Musa (quella dei bellissimi versi "perché tu sai come farmi uscire da me, dalla gabbia dorata della mia lucidità, e non voglio sapere quando come e perché questa meraviglia alla sua fine arriverà"), e Osja, amore mio, ecco che il felino si gira, ci guarda e inizia soffiare. Con Fantasmi la serata decisamente prende una piega diversa e prosegue con la bellissima Lieve (dal debutto Catartica del 1994),  Io e me, Infinità e l'ineluttabile (questi ultimi due da Ho ucciso paranoia del 1999), fino a Nuotando nell'aria che ha chiuso il concerto davanti ad un pubblico forzatamente composto tutta la sera, ma in piedi sul finale ad applaudire e omaggiare in standing ovation una grande e storica band.






mercoledì 12 agosto 2020

MAX GAZZE' – Palmanova, domenica 09 agosto 2020 - Piazza Grande

Cristiano Pellizzaro per RadioCityTrieste (pubblicato il 12 agosto 2020)

foto di Simone Di Luca

 

PALMANOVA - Come si poteva prevedere alla fine della serata eravamo tutti in piedi a saltare e battere le mani sulle note di Una musica può fare ma, però, senza mai abbandonare il posto che ci era stato assegnato e che obbligatoriamente dovevano mantenere. Per tutto il concerto ci siamo trattenuti dall’esplodere di entusiasmo e divertimento causa le regole che purtroppo conosciamo fin troppo bene, ma confidiamo che prima o poi riusciremo a mandare a farsi friggere questo Covid19!

Ad ogni modo nessuno meglio di MaxGazzè poteva chiudere la XXIV edizione di Onde Mediterranee, rassegna che si congeda al pubblico in modo elegante e raffinato con uno dei cantautori italiani più noti e amati dei nostri giorni.

Dopo i saluti di inizio serata da parte di istituzioni e organizzazione, che hanno raccontato i disagi e la disperazione della scorsa primavera quando ancora gli spettacoli non erano nemmeno ipotizzabili, ecco aprirsi le danze con un'artista di supporto. CaterinaCropelli, in arte solamente Caterina, nota al pubblico televisivo per aver partecipato ad una delle recenti edizioni di X Factor, che ha il piacere di presentare al pubblico il suo disco omonimo di debutto, intrattenendo gli spettatori per una ventina di minuti circa eseguendo una manciata di brani tra cui anche Duemilacredici, brano da cui è stato estratto anche un videoclip.

Poi arriva il momento di Max Gazzè, che per questo tour, ha deciso di lasciare spazio in scaletta anche a brani che non erano mai stati eseguiti live prima d’ora come Gli anni senza un Dio (dal disco Contro un'onda del mare del 1996), oppure La cosa più importante, brano del 2010 ed eseguito in concerto solo in occasione del tour del disco Quindi?. Ovviamente non sono mancati i brani famosi, quelli che conosciamo molto bene e che ci hanno fatto apprezzare la sua coraggiosa e sperimentale vena compositiva, con audaci sonorità retrò anni ’70 di tastiere, synth e moog, ed inaspettate incursioni di fiati e schitarrate in sottofondo. Elementi non convenzionali  per un genere "di massa" e riproposti live in questa serata rispettivamente dal maestro Clemente Ferrari, Max Dedo e Davide Aru.

Un esempio su tutti l'esecuzione del brano La favola di Adamo ed Eva eseguita con un finale dilatato (senza annoiare o essere di troppo), che seguendo la strada indicata dall'assolo di un magnifico trombone sorretto dai ricami sonori di tastiere e chitarra, si è evoluto attraverso Dub, Jazz e Chill Out prima di concludersi.

Prima di chiudere c'è spazio anche per una brano proveniente da una delle sue collaborazioni: Vento d’estate (realizzato con Niccolò Fabi), ed eseguito assieme alla già citata Caterina richiamata sul palco per l'occasione.

Gran finale, come detto all’inizio, con Una musica può fare, quella in cui i versi recitano chiaramente “…salvati sull’orlo del precipizio, quello che la musica può fare, salvati sull’orlo del precipizio non ci si può lamentare...”. Penso di non essere affatto azzardato se asserisco che, per chiudere un concerto in questo periodo, non poteva esserci brano più azzeccato.

A tirare la somme, quella che si temeva potesse essere un’estate misera di concerti, è stata comunque una stagione ragguardevole sotto questo punto di vista, e questo grazie all’AssociazioneCulturale Euritmica che per la rassegna Estate di stelle (che già da anni porta grandi nomi musicali in Piazza Grande a Palmanova), ha inserito in cartellone questo bel concerto per Onde Mediterranee, manifestazione che l’anno prossimo festeggerà il suo primo quarto di secolo di vita. Certamente la prossima sarà un’edizione col botto.



domenica 9 agosto 2020

DANIELE SILVESTRI – Grado, giovedì 06 agosto 2020 - Parco delle rose


Cristiano Pellizzaro per RadioCityTrieste (pubblicato il 09 agosto 2020)

foto di Angelo Salvin 


GRADO - Ad essere sincero temevo che quest'estate non avremmo potuto assistere ad alcun concerto. Non appena terminata la forzata reclusione della scorsa primavera, i vari appuntamenti estivi messi già in programma dall'autunno dell'anno passato hanno iniziato a subire rinvii o peggio ancora annullamenti.

Fortunatamente però c'è chi è riuscito comunque a proporre spettacoli di un certo livello e degni del grande pubblico. Situazione per nulla facile o scontata per un lavoro già complesso in situazioni normali e questa volta reso ancor di più articolato con tutte le normative anti virus da rispettare.

L'Associazione Culturale Euritimica è riuscita anche quest'anno a sbalordire il pubblico delle grandi occasioni proponendo un rispettoso cartellone per la XXIV edizione di OndeMediterranee (chiusura della rassegna domenica 9 agosto a Palmanova con Max Gazzè). Dopo l'apertura affidata a Tosca con un interessante spettacolo di ricerca musicale, ecco un gradito ritorno, quello di Daniele Silvestri, artista romano che non ha affatto bisogno di presentazioni.

Classe 1968 il noto cantautore, attivo dal 1994, ha richiamato al Parco delle Rose di Grado un folto pubblico che ha segnato, come prevedibile, il sold out nonostante le regole che sin d'all'inizio si sapeva dovevano essere rispettate. Tutti muniti di mascherina sul volto, rispettosi delle distanze e con i posti da occupare a seggiole alterne, abbiamo comunque saputo goderci lo spettacolo da seduti anche se rimanere fermi non è stato affatto facile.

Per due ore e mezzo di concerto (va d'obbligo segnalato che non ci sono state pause), Silvestri ha regalato una serata davvero ipnotica e ricca di atmosfere durante la quale ha ripercorso tutta la sua carriera proponendo live sia brani famosi, sia brani rimasti per tanto tempo fuori dalle sue scalette da concerto.

L'artista si è presentato al pubblico in perfetto orario iniziando solamente con voce e piano con il brano A bocca chiusa, per poi farsi raggiungere dai sette elementi della band e, a line up completa on stage, c'è stato il momento del saluto al pubblico e l'invito sul palco di Claudio e Paola, genitori di Giulio Regeni, per un tributo e solidarietà alla loro nota causa.

Lo spettacolo che lo ha visto alternarsi tra voce, chitarra elettrica, acustica e pianoforte, e sempre con la sua inseparabile ironia e voglia di scherzare, è scivolato via mettendo in luce tutta la classe silvestriana, dove contaminazioni sonore di vario tipo (Swing, Reggae, Latino, Flamenco e Rock), sono state presentate anche diversi brani, trasformandoli quindi in una chiave diversa da come li conosciamo.

Ecco quindi che la piccola orchestra, che questa sera ha fatto tappa sull'Isola del Sole, suona per noi i brani Io fortunatamente, Le cose in comune, Sornione, Caro architetto, Bliz gerontoiatrico e Sogno-B, Il flamenco della doccia e Il mio nemico, sparsi durante la serata che prevede nel programma un set elettrico ed uno acustico.

L'affiatamento dei suoi gregari è ottimale e testato già da tempo. Essenziali le percussioni aggiuntive di Jose Ramon Caraballo, suggestive le chitarre del fido Daniele Fiaschi, ottimi gli incastri di tastiere e synth di Duilio Galioto e di Gianluca Misiti (altro storico musicista al fianco di Silvestri), interessanti i fiati proposti da Marco Santoro (tromba e oboe). Senza dimenticarci della precisa e solida sezione ritmica composta da Gabriele Lazzarotti al basso e Piero Monterisi alla batteria sin dagli inizia di questa avventura artistica ritornata, questa sera, nella nostra regione.

Molti i brani attesi ma rimasti fuori dalla scaletta. Nemmeno i due bis con Gino e l'Alfetta, Salirò e La Paranza accontentano le speranze.

Si chiude con Testardo invece che con la solita Cohiba, ma dal palco Daniele Silvestri spiega che è una sua scelta e la riserva per le prossime volte quando ci sarà permesso saltare e ballare sotto il palco.

Anche se a malincuore, noi tutti accettiamo, ma è una promessa per rivederci e cantarla assieme.