Cristiano Pellizzaro per RadioCityTrieste (pubblicato il 18 febbraio 2020)
Foto di Cristiano Pellizzaro (ad eccezione della locandina
reperita su internet)
TRIESTE – Sono passati già due anni da quando questa storica band
francese ha nuovamente iniziato a girare in lungo e in largo dopo moltissimi
anni di pausa. E pensare che inizialmente avevano previsto solamente una
cinquantina di date per celebrare i trent’anni del loro debutto discografico. Invece
dal palco del Teatro Miela di Trieste è andata in scena la
centosettantaduesima replica per la band parigina dei Les Négresses Vertes
che al momento non ha nessuna intenzione di fermarsi.
Mlah era il titolo del loro primo disco, una pietra miliare che
ora viene celebrato, un caposaldo del Patchanka che sul finire degli
anni Ottanta iniziava a farsi strada anche grazie al sound dei colleghi ManoNegra. Stiamo parlando di un autentico crogiuolo stili, influenze popolari e
folkloristiche, riempito anche grazie alle diversità culturali ed etniche dei
componenti della band. La parola Mlah in lingua araba significa Tutto
bene.
Vista l’eccezionalità dell’evento (sold out già diversi giorni prima),
la serata è stata anticipata per l’occasione da una breve e rara presentazione
da parte dell’organizzazione che ha ricordato i festeggiamenti dei trent’anni
del teatro.
Gli anni passano, i capelli bianchi e le rughe si son fatti strada sui
volti di chi calca il palcoscenico e di molti dei presenti tra il pubblico che
un tempo hanno avuto la possibilità di vivere direttamente questo fenomeno in
prima persona e nonostante tutto la voglia di scatenarsi non è venuta meno da
nessuna delle due parti. Una formazione di sette elementi rimaneggiata nella line
up già dal 1993 per la triste dipartita del paroliere e cantante Helno
omaggiato da Manu Chao con il brano Helno est mort (Sibérie
m’était contéee del 2004) e dai Modena City Ramblers con Morte di
un poeta (Riportando tutto a casa del 1995) non ha comunque deluso
le aspettative, sfoderando energia, verve e diffondendo ottima musica verso un
pubblico entusiasta.
Da Voilà l'ètè, passando
per Hey Maria e Zobi la mouche,
sono stati suonati tutti i pezzi migliori andando a pescare anche qualcosa d’altro
della loro attività musicale.
Un’autentica festa che in molti non avrebbero mai sperato di potersi
permettere nemmeno nel 2013, quando Stéfane e Iza Mellino
(compagni nella vita e sul palcoscenico) avevano già fatto tappa proprio al
Miela per un loro concerto.
Come già detto, diverse persone sono dovute rimanere fuori dalla porta
del teatro. In tanti hanno voluto prendere parte a questa serata e non si sono
lasciati sfuggire quest’occasione arrivando anche da fuori città. Come Daria ad
esempio, venuta da Gradisca d’Isonzo. Lei li aveva già visti a Francoforte nel
1992. Erano i tempi d’oro di Helno.
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