domenica 30 ottobre 2016

Parola di Geco (n°07 - novembre 2016)



A cura di Cristiano Pellizzaro
latanadeigechi.blogspot.com
www.radiocitytrieste.it (giovedì ore 13.00)
Free Radio AM fr: 1475 (ogni sabato ore 10.00)

Parola di Geco vi saluta con un argomento inconsueto questo mese e lo fa parlando di riproduzioni, statuette e modellini di artisti e volti musicali. Chi per collezione, chi per abbellimento di una stanza e chi invece per passione sfrenata verso i propri idoli non manca di avere in casa qualche riproduzione in scala, apprezzerà sicuramente www.knucklebonz.com. Numerose statuette riproducono innumerevoli nomi della scena rock ritratti nelle classiche pose in cui siamo abituati a vederli.
Decisamente tutto un altro tipo di prodotto, le riproduzioni dei Daft Punk affidate tre anni fa oramai alla nipponica Bandai Tamashii Nations. Tutto curato nei minimi particolari, dai caschi alle articolazioni snodabili in modo da far assumere svariate pose ai modellini. In dotazione c'erano anche sette paia di mani intercambiabili. Qualcosa in rete dovreste riuscire a trovare ancora. Attenzione perché non solo i costi non erano uno scherzo, ma di questi due modellini, se ne potevano ordinare uno solo alla volta.
Parliamo di Ocarine adesso. Sapevate che la cittadina emiliana di Budrio vanta una tradizione mondiale per quanto riguarda questo strumento? E c’è pure un museo a Budrio. E sapevate che sempre a Budrio ogni anno c’è il festival dell’ocarina (ocarinafestival.it)? Mai sentiti gli Ocarina Ensamble? Sapevate che Burt Lancuster durante le riprese del film Novecento ha voluto andare a Budrio proprio per questo motivo e che da Budrio proviene l’ocarina usata da Simon Le Bon nel brano The Chauffeur? www.ocarina.it e comune.budrio.bo.it.
Spesso si sente parlare di bootleg, una registrazione pirata pubblicata non dalla casa discografica ufficiale ma da piccole etichette non autorizzate o addirittura da privati e poi messa in circolazione tramite canali non ufficiali, collezionisti, ricercatori e appassionati. Molte volte si tratta di registrazioni effettuate dal pubblico e se non ci sono ritocchi, la qualità può essere pessima. In altri casi ma ben più rari invece le registrazioni sono effettuate direttamente dal banco del mixer e quindi sono pressoché ottime. Si sa di bootleg molto ricercati che valgono una fortuna e che nel corso degli anni sono entrati nella leggenda, per alcuni di questi gli artisti e le case discografiche decidono di stamparli ufficialmente come è stato fatto per il “Live in Santa Monica ‘72” di David Bowie del tour di Ziggy Stardust. All’epoca la serata fu trasmessa dalla celebre radio KMET di Los Angeles. Chi si trova in possesso del bootleg originale non deve aver paura di vedersi svalutare il proprio gioiello, che in questi casi aumenta inevitabilmente di valore tanta è stata la fama della registrazione che girava solamente in versione non autorizzata.
Per non abbandonare l’argomento dei bootleg, on line ho trovato qualcosa riguardante Lou Reed. Bootblogger-lyoko.blogspot.it, opera titanica di un blogger, che tratta di tutti i bootlegs dell’artista scomparso. Completo e preciso, deve essere costato una notevole fatica realizzarlo. Davvero un gran tributo a Lou Reed.
Siete già con la testa ai live che i Depeche Mode terranno l'anno prossimo? Allora iniziate ad imparare e memoria i testi delle canzoni in modo da cantarle a squarcia gola ai concerti. La pagina web che fa per voi è sukkology.net/tnt/, sito amatoriale che vi offre tutti i testi con traduzione e nel pieno rispetto del copyright degli autori. Il lavoro svolto dal suo ideatore è talmente curato, ordinato e preciso che mi sembrava interessante segnalarvelo. Nelle note della home page s’invitano i visitatori a collaborare integrando con traduzioni in altre lingue e testi di altri artisti. Lo stesso sito ospita già una sezione dedicata ai Cure.


domenica 2 ottobre 2016

Parola di Geco (n° 06 - ottobre 2016)





A cura di Cristiano Pellizzaro
latanadeigechi.blogspot.com
www.radiocitytrieste.it (ogni giovedì alle ore 13.00)
Free Radio AM fr.: 1475 (ogni sabato alle ore 10.00)


A metà del mese scorso, in occasione dei concerti italiani della band inglese The Who che non passava nel nostro paese dal 2007, scartabellando nei miei archivi ho trovato alcuni articoli di un po’ di anni fa che li riguardavano per due iniziative curiose che ho pensato bene di raccontarvi. La celebre band oramai composta solamente da Roger Daltrey e Pete Townshend, nel 2013 in occasione del tour negli Stati Uniti è stata protagonista di un’iniziativa benefica a Providence nel New England, città dove ritornavano dopo l’annullamento del concerto del 1979. In quell’occasione le forze dell’ordine decisero di annullare l’evento per motivi di ordine pubblico, ma in questa nuova occasione invece il concerto non solo si è svolto regolarmente, ma gli organizzatori decisero di regalare l’ingresso a chi si fosse presentato alla cassa con il tagliando autentico di trentatré anni prima. Il biglietto originale del concerto del 1979 sarebbe stato messo all’asta e i ricavati dati in beneficenza. La seconda invece risale a dieci anni fa in Germania, quando il tour fece tappa ad Hannover. Per quell’occasione la nota marca automobilistica della Volkswagen, volendo celebrare il VW Bus mitico pulmino in voga tra gli anni ’60 e ’70, decise di organizzare un concerto degli Who offrendo l’entrata gratuita a tutti quelli che si sarebbero presentati a bordo dello storico furgoncino. Tutti gli altri avrebbero potuto godersi lo spettacolo da un maxischermo posto all’esterno dell’area dello spettacolo.
Più semplice da realizzare rispetto alle percussioni artigianali che vi ho presentato il mese scorso, il Flexatone, brevettato negli anni ‘20 nel Regno Unito e adoperato da band e compositori più di quanto si possa immaginare, è uno strumento utilizzato per la creazione di effetti sonori speciali anche nel cinema. Lo potete realizzare pure voi senza essere troppo pratici nei lavori manuali. Volete una conferma di quanto vi sto dicendo? Seguendo le indicazioni del filmato Do it yourself Flexatone postato su Youtube e vedrete che non vi prendo in giro.
Rimanendo sempre connessi al canale del tubo già che ci siete e gustatevi qualche filmato dei Blue Man Group. Qualcuno se li ricorderà per averli visti partecipare a diversi spot pubblicitari di alcuni anni fa. Stiamo parlando di un simpatico collettivo teatrale fondato sul finire degli anni ’80, che rivisita celebri brani rock con attrezzi e metodi non tradizionali. Rari purtroppo i loro spettacoli live in Europa. Per ogni informazione visitate il sito ufficiale www.blueman.com
Se siete musicisti indipendenti il libro che vi segnalo adesso farà sicuramente al caso vostro. Tutte le dritte, le informazioni e gli escamotage necessari per divulgare la vostra musica li trovate nella pubblicazione Rock In Progress - Promuovere, distribuire, far conoscere la vostra musica". Autore Daniele Coluzzi, edizioni  Effequ. I migliori nomi della scena indipendente italiana hanno prestato la loro esperienza all’autore per poter realizzare questo testo, svelando per voi i loro segreti e consigli per come muoversi e realizzare il vostro progetto. effequ.it.
Questo mese in chiusura di rubrica vado a trattare un argomento a me caro, i Doors, una delle mie band preferite. A tal proposito vi parlerò di quella che negli ultimi anni è diventata una moda nel mondo del turismo musicale, ovvero i viaggi a tema seguendo degli itinerari delle Star, con la sola differenza che in questo caso trattasi di qualcuno che in questo ambito si era mosso già diversi anni fa. Ricerca, passione e sacrificio sono stati i punti di forza che hanno permesso a Rainer Moddeman di poter raggiungere un obbiettivo che gli è valsa la soddisfazione di tutta una vita: diventare uno dei maggiori conoscitori al mondo del mito dei Doors. Il suo nome non vi dirà nulla, ma tra i ringraziamenti del libro Jim Morrison e i Doors On The Road, oppure tra i crediti del documentario The Doors in Europe, troverete pure lui. Cercatelo su di un motore di ricerca oppure digitate Doors Quarterly, il sito da lui diretto, potrete leggere diverse informazioni che non sono le solite baggianate dalle quali siamo oramai assuefatti. Troverete un interessante resoconto dei Doors a Francoforte nel 1968, personaggi sempre rimasti dietro le quinte, molte curiosità e gli itinerari “storici” per chi volesse andare in pellegrinaggio a Los Angeles o Parigi. Non sarà il sito esteticamente più bello che possiate visitare, ma vi assicuro che ne vale la pena e soprattutto vi assicuro che Rainer esiste veramente.