Cristiano Pellizzaro per RadioCityTrieste (pubblicato il 25 novembre 2019)
Foto di Pietro Rizzato
UDINE - In questi ultimi anni abbiamo assistito ad un notevole aumento
di apparizioni sulla scena da parte di tribute band e spettacoli celebrativi.
Non credo sia il caso di parlare di fenomeno, ma certamente questa proposta si
è fatta spazio in modo sempre più evidente entrando nel giro degli eventi e
riempiendo le piazze. La storia delle tribute band ad ogni modo è roba vecchia che
poco più di dieci anni fa ha iniziato a bollire dopo altrettanti anni di
esistenza. Chiaramente questi spettacoli nascono per volontà e desiderio di
appassionati che vogliono riproporli il più fedelmente possibile, spettacoli
celebri che oramai potrebbero ritornare in vita solamente grazie alle cronache.
Inutile stupirsi quindi se la risposta da parte del pubblico è notevole.
Al contrario ti tante altre band tributo, la storia dei The MusicalBox inizia in Canada, a Montreal, un quarto di secolo fa per riproporre uno
dei più grossi miti del Progressive mondiale, quello dei britannici Genesis
e la scelta del nome come da tradizione, cade sul titolo di uno dei brani più
famosi della band. Il bersaglio viene centrato in pieno e la storia di questa
tribute band è fatta di continui tour mondiali sempre nuovi e fedeli
all’originale dove musica, effetti, suoni e costumi regalano emozioni legate al
primo periodo della storica band. I The Musical Box non per nulla sono l’unica
band tributo riconosciuta dai Genesis, impegnata in continue tournée che ogni
volta riscuotono un notevole interesse anche nel nostro paese. E così, con
questa nuova avventura dal titolo A Genesis Extravaganza vol. 2, per
la priva volta fanno tappa in Regione con questo concerto nel capoluogo
friulano al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, saggiamente organizzato da Azalea
per la felicità degli appassionati e nostalgici.
In due ore e mezza di spettacolo diviso in due parti (durante la pausa
oltre al cambio palco sono stati regolati i volumi della voce che hanno
decisamente fatto la differenza), i canadesi emuli dei nostri eroi hanno
lasciato a bocca aperta il pubblico che in religioso silenzio ha seguito
l’intera esibizione gustandosi una fedele riproposizione di quanto accadeva
negli anni ’70, regalando un autentico ed emozionante salto nel passato. Chissà
in quanti tra i presenti avranno avuto la possibilità di vedere allora i veri
Genesis e chissà in quale luogo. Chissà in quanti avranno ancora vivo il
ricordo di quel concerto sfumato a Trieste al Dancing Paradiso l’8 aprile
del 1972, quando band e pubblico trovarono chiuse le porte del locale per
motivi di ordine pubblico. Ricordi di un tempo che saranno riemersi durante
tutto lo spettacolo con le esecuzioni dei sedici brani, dei quali ricordiamo Dance
on a volcano, Down and out, Los endos, Stagnation, The
cinema show e ovviamente The musical box posto a chiusura del
secondo atto. L’unico neo, un solo travestimento portato in scena dal cantante Denis
Gagnè, presentando all’impaziente pubblico la donna volpe che appare
sulla copertina del disco Foxtrot del 1972. A parte questo però nessuno
sarà ritornato a casa deluso.
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