venerdì 19 luglio 2024

CALEXICO – Udine, mercoledì 17 luglio, Castello - Folkest 2024









Cristiano Pellizzaro per RadioCity Trieste (pubblicato il 19 luglio 2024)

Foto di Matteo Coda 


UDINE – Calexico è il nome di una cittadina situata nel Sud della California, sulla linea di confine con il Messico.

Una frontiera ricca di storie e leggende, un luogo da caldo torrido e strade polverose, circondate da paesaggi aridi, dove l’unica vegetazione presente sono dei cactus e qualche cespuglio secco.

Questo nome, non a caso, è stato scelto da John Convertino e Joey Burns per il loro progetto musicale oramai vecchio di quasi trent’anni.

Un percorso artistico che ha coinvolto diversi generi musicali, capace di farci vivere sensazioni, alle volte, quasi sciamaniche.

Rock e Blues, Jazz e Folk, tradizione messicana con trombe e melodie Mariachi, che sono alla base delle loro composizioni definite "Tex-Mex", termine USA coniato negli anni ’50 per identificare non solo questo genere musicale, ma l’incontro, in generale, degli usi e costumi delle genti del Texas e del Messico.

Ma la loro rotta però, salvo alcune eccezioni, li ha portati ancora più lontano, a far tappa verso territori situati più a Sud, spingendosi fin oltre il canale di Panama, dove la "Cumbia", riproposta in alcune loro composizioni, è di casa.

I Calexico, di Tucson (Arizona), sono una piccola e magica orchestrina, acclamata da tutte platee del mondo, passata dalle nostre parti, purtroppo, poche volte.

Quindi un grosso grazie a Folkest ed alla sua organizzazione per averci permesso di fare questo viaggio in luoghi lontani e misteriosi, a bordo di un’immaginaria automobile americana degli anni ’60, sfrecciando lungo strade tracciate dal suono arido dalle loro chitarre, per sostare, a fine corsa, ad una fiesta di paese, al suono di malinconiche note profuse dalle trombe della sezione fiati.

Il ritmo preciso dettato della batteria, suonata da un Convertino con l'espressione perennemente compiaciuta, scandisce il tempo per tutta la durata del nostro viaggio.

Cumbia del Polvo e Harness the wind (entrambi da El Mirador del 2022, ultima loro produzione), sono solamente alcune delle tappe che vanno a comporre una nuova scaletta diversa ogni sera (quasi una rarità tra i loro colleghi).

Una scaletta che, inaspettatamente e quindi con grande sorpresa, ci propone una bellissima Under the wheel, suonata in modo suadente e delicato, tanto da rivelarsi ancora più bella e coinvolgente di come la conoscevamo, e quindi molto apprezzata dal numeroso pubblico presente.

Ma arriva anche Cumbia de Donde che, purtroppo, ci indica che le nostre strade ora si dividono, e noi, come gli autostoppisti presenti nei leggendari testi americani, scendiamo da questa vecchia macchina e salutiamo chi, gentilmente, ci ha dato questo passaggio, senza nemmeno conoscerci. Muchas gracias amigos, adios.










mercoledì 12 giugno 2024

MAX PEZZALI – Trieste, domenica 09 giugno, Stadio Nereo Rocco









Cristiano Pellizzaro per RadioCity Trieste (pubblicato il 12 giugno 2024)

Foto di Simone Di Luca 


TRIESTE – Se vi dicessi che uno stadio può diventare una discoteca, una di quelle sale da ballo anni ‘90 che oramai non esistono più, mi credereste?

Noto qualche perplessità per quanto vi sto chiedendo, non vi sento convinti e questo perchè, probabilmente, domenica sera non siete stati presenti tra il folto pubblico che ha riempito lo Stadio Nereo Rocco di Trieste.

E’ risaputo che un tempio dello sport può accogliere concerti di ogni sorta, ma che domenica si trasformasse in una colorata bolgia di spensieratezza senza età, in pochi lo avrebbero immaginato.

Chissà quante volte qualcuno avrà già tentato un’impresa simile, cosa di non facile realizzazione, se non con l’immaginazione ed uno schiocco di dita.

Ovviamente, invece, nella pratica tutto va studiato nei minimi dettagli, dalle luci, all'impianto audio, dalle scenografie, agli allestimenti.

Vero è anche che il protagonista di tutto questo "paradiso musicale" se la gioca in casa, e parte sicuramente avvantaggiato grazie a quelle sue vene melodiche e compositive che da oltre trent'anni hanno sempre colto nel segno.

Penso ci sia ben poco da dire e commentare riguardo a Max Pezzali ed alle sue Hits, come recita lo slogan che accompagna questo suo nuovo giro, con ben dieci tappe nei più grandi stadi italiani, con partenza da Trieste, allo Stadio Rocco, cornice privilegiata grazie all’ottimo lavoro di Vigna Pr e FVG Live, che sono riusciti a portare nel capoluogo regionale la data zero del nuovo tour del nostro paladino pavese.

Da oltre trent’anni il menestrello della nostra adolescenza canta per tutti noi, ci ha fatto ballare, sognare, innamorare e credere nei sogni, nei nostri desideri, e lo ha fatto con semplicità ed allo stesso tempo con uno sguardo rivolto alla vita di tutti i giorni, dei giovani di ieri come a quelli di oggi, citando nelle sue canzoni luoghi, situazioni e linguaggi di uso comune.

Per comprendere al meglio il personaggio Max Pezzali e capire perchè ci piace, vi rimando all’articolo firmato dalla giornalista Elisa Russo, apparso su Il Piccolo di domenica 9 giugno.

Lui è ancora qui, e lo fa in grande stile, come sempre, proseguendo una carriera costellata da innumerevoli successi. Tutti conosciamo almeno una delle sue canzoni, e per centrotrenta minuti ininterrotti, il nostro ha sciorinato i suoi brani più famosi, su un palco allestito con pupazzi e figure che hanno richiamato i testi di alcune mega hits degli anni passati.

Ma non ci sono solo luci ed effetti a rendere lo spettacolo ineguagliabile, anche la scelta dei brani ha il suo perchè, ed ecco che una scaletta tutt’altro che scontata, non tanto per i titoli scelti quanto per la sequenza di esecuzione durante la serata, diventa una sorpresa continua, a tratti inaspettata, proprio come un vero spettacolo dovrebbe essere.

Uno show avvincente, come lo è stata l'idea della filarmonica di due dozzine di elementi che, in apertura ed in chiusura di serata, con tanto di bandiere, ha salutato il pubblico dal palco assieme al nostro eroe.

Scelta azzeccata questa della banda, assieme alla quale, il caro Max, si era fatto accompagnare il giorno prima del concerto, a mò di "conquistatore", per le vie del centro di Trieste, portando un saluto alla città.

Sei un grande Max…anzi, scusa…Sei un mito!









giovedì 18 aprile 2024

OZRIC TENTACLES – Pordenone, sabato 13 aprile, Capitol

Cristiano Pellizzaro per Radio City Trieste (pubblicato il 18 aprile 2024)

Foto di Beatrice Robles



PORDENONE – Cari Ozrics, quanto tempo dall’ultima volta! Vi trovo bene, ed è sempre un piacere rivedersi!

E se passate nuovamente dalle nostre parti potevo non venirvi a salutare? Assolutamente no!

Eravamo in tanti, sabato scorso, a Pordenone al Capitol, ed anche se ne sono passati di anni, di dischi e di tournée da quando vi ho conosciuto e, in seguito, visto per la prima volta in versione live, come allora c'è sempre il caro Ed a tenere salde le redini della band, l’unico rimasto da quel lontano 1982, anno in cui il primo nucleo della gruppo si è riunito a Stonehenge, in occasione dell'omonimo "Free Festival".

Da quel momento le fattezze di Erp hanno iniziato a prendere una forma antropomorfa, originata in chissà quale circostanza, ed in men che non si dica, è stato pronto ad aprirci le porte di quel suo mondo fantastico, illustrato magistralmente sulle copertine dei vostri dischi.

Ovviamente i tempi sono cambiati e gli anni sono passati velocemente, anche se sembra ieri il vostro primo passaggio italiano avvenuto nel 1994; ed invece sono ben trent’anni, festeggiati assieme in questa serata pordenonese.

Da quella volta ci sono stati innumerevoli passaggi in Regione, quasi sempre a Pordenone, prima presso il glorioso Rototom, poi al Deposito Giordani ed ora al Capitol, elegante ed interessante salotto artistico posto proprio in centro città.

Una nuova realtà culturale dove l'organizzazione ha ben pensato di inserirvi all'interno di un ricco e variegato programma capace di cogliere nel segno, coinvolgendo, interessando e richiamando alle sue porte diversi tipi di pubblico (se non ci credete visitate il sito capitolpordenone.com e date una sbirciata al ventaglio di proposte offerte).

Eh, ne abbiamo passate di storie assieme, in tutto questo tempo, cari Ozric Tentacles.

Le emozioni e le aspettative di un vostro concerto sono sempre le stesse, immutate come la prima volta, anche se oggi i ragazzi che un tempo affollavano i vostri spettacoli hanno tagliato i dreadlock, non indossano più tutte quelle magliette psichedeliche di allora (qualcuna ne sarà, però, saltata fuori dall’armadio appositamente per questa occasione), e gli “elementi catalizzatori” di un tempo sono stati sostituiti da qualche semplice birretta da assaporare con gli amici tra un brano e l’altro.

E se Ed, ormai da anni, è accompagnato sul palco dal figlio Silas, in mezzo al pubblico trovi sicuramente uno zio in compagnia del nipote ventenne, portato a scoprire, dal vivo, quel qualcosa di leggendario che, fino a quel momento, aveva apprezzato solamente su disco.

Da quando Erp vi ha indicato la via, la vostra quarantennale storia ci ha regalato qualcosa come venticinque dischi e continui ed estenuanti tour di spettacoli psicotropi; un cammino, un’evoluzione, che a partire dalla metà degli anni duemila vi ha fatto sterzare decisamente verso sonorità Trance di nuova generazione ed adeguare i vostri show con proiezioni caleidoscopiche di figure mistico-orientali, paesaggi naturali (nei quali appaiono funghi non proprio per uso commestibile), ma di chiaro riferimento alle vostre origini di “pensiero” ed ai vostri predecessori, ed amici, gli storici Gong.

Per tutta la durata del concerto ci avete cullato e ammaliato, ci avete fatto assaporare un po’ di tutto della vostra storia, compreso Lotus Unfolding (estratto dall’omonimo ultimo disco pubblicato un anno fa), senza dimenticare quello che, secondo me, è stato il vostro periodo più bello, (ovvero fine anni ‘80 ed inizio ’90), dal quale ci avete regalato Kick Muck e Ayurvedic (Pungent Effulgent del 1989), Eternal Wheel, Erpland e Sunscape (Erpland 1990), Sploosh! (Strangeitude 1991) ed anche qualcosa dei primi demo colorati pubblicati tra il 1985 ed il 1989, O-I e Sniffing Dog (rispettivamente da There is nothing e Tantric Obstacles).

Però, se mi è permesso, visto l’anniversario qualcosa di Arborescence (1994) potevate anche suonarcelo, no?!

Ciao Ozrics, ci si vede alla prossima!

Con infinita stima e riconoscenza.

Un amico che vi segue da quasi trent’anni.






sabato 6 gennaio 2024

Premiata Forneria Marconi "Canta De Andrè" - Trieste, martedì 02 gennaio, Teatro Rossetti

Cristiano Pellizzaro per RadioCityTrieste (pubblicato il 06 gennaio 2024)

Foto di Beatrice Robles


TRIESTE - Esattamente quarantacinque anni fa l’Italia assaporava un’inedita, quanto mai sperata, unione artistica tra poesia, musica d’autore e Rock.

Tutto lo stivale potè vivere in prima persona quell’esperienza, fino a quel momento unica, ma destinata ad essere solo un’apripista.

Un tour che girò il nostro paese per ben trentuno date, passando anche per Trieste, sempre al Teatro Rossetti, nella serata del 4 febbraio 1979 come ultimo capitolo della tourneè iniziata a Forlì il 21 dicembre dell’anno prima.

A testimonianza di quella serie di concerti, vennero allora pubblicati due vinili con brani registrati ai concerti di Bologna e Firenze.

Solo alcuni anni fa invece, restaurato e proiettato nei cinema poco prima della pandemia, il filmato del concerto genovese del 3 gennaio '79, ed intitolato Il concerto ritrovato.

Ancora più recentemente invece è stata inserita su Youtube l’intera registrazione audio della serata triestina (Fabrizio De André e PFM - Live Trieste 1979Bootleg inedito restaurato).

In città, come suppongo anche negli altri luoghi in cui quest’opera pionieristica ha fatto tappa, ancora oggi si parla di quanto allora era andato in scena ed il ricordo è talmente vivo da far rendere lucidi gli occhi di chi ha avuto la fortuna di essere presente.

Le strade di Fabrizio De Andrè e della Premiata Forneria Marconi si erano già incrociate tempo prima. La storia vuole che la scintilla sia partita da una visita di Faber alla band milanese, dopo un loro concerto a Nuoro.

In quell’occasione Di Cioccio mise la famosa "pulce nell'orecchio" all’affermato cantautore genovese per una collaborazione, anche se, a quest'ultimo, l'idea di andare in tour con un gruppo Rock  spaventava ma affascinava allo stesso tempo.

Proprio per questo motivo un tour assieme poteva diventare una grande avventura, come spiegato poi nel libro Amico Faber di Enzo Gentile del 2018.

Sono cambiate diverse cose da allora, e lo spettacolo non può, ovviamente, essere lo stesso di quel tempo.

Sul palco quattro dei musicisti della P.F.M. di allora (Di Cioccio, Premoli, Djivas e Fabbri), assieme ad altri giovani e talentuosi artisti del nuovo nucleo della formazione milanese, oltre agli ospiti Luca Zabbini e Michele Ascolese (chitarrista al fianco di De Andrè negli ultimi dieci anni di attività).

Ovviamente qualche cambiamento ha interessato anche l'aspetto musicale dello spettacolo che, nonostante abbia mantenuto gli arrangiamenti originali (sarebbe stato un sacrilegio cambiarli), per alcuni momenti ha lasciato spazio a sonorità più attuali.

Le emozioni tra il pubblico, composto da tre generazioni di spettatori, sono venute a galla già con le prime note di apertura dello spettacolo affidata ovviamente a Bocca di Rosa, mentre il culmine è stato toccato certamente con La canzone di Marinella, suonata impeccabilmente come accompagnamento alla voce registrata di De Andrè.

Il pubblico però pretende di ascoltare anche qualcosa della storica band di rock progressivo e la richiesta viene accolta in chiusura del concerto con l'esecuzione di E' festa, unita alla perfezione con il leggendario tema di Impressioni di settembre eseguito da Premoli.

Inutile aggiungere altro, non potevamo pretendere di più come primo concerto dell'anno!

Uno speciale ringraziamento quindi all’organizzazione di Vigna Pr ed al Teatro Rossetti per un inizio anno davvero con il botto.


Link utili

Fabrizio De André e PFM - Live Trieste 1979 (Bootleg ineditorestaurato)

 

Fabrizio De André e Franz Di Cioccio - Trieste 1979 -INEDITO -