Cristiano Pellizzaro per RadioCityTrieste (pubblicato il 27 luglio 2018)
Foto di Simone Di Luca
La curiosità era già tanta dallo scorso dicembre quando il concerto
era stato annunciato. Poi quando è partito il tour, critiche e commenti on line
parlavano in modo davvero soddisfatto. Lo ammetto, con i primi video che
circolavano in rete, mi sono lanciato a vedere che cosa David Byrne ci avrebbe servito per questa sua nuova avventura. Una
bestemmia per molti questo modo di soddisfare la mia curiosità, così come il
poter scoprire in anticipo i brani suonati nei concerti già eseguiti
consultando le scalette on line. Ma questi sono pregi e difetti della rete. Da
quel momento, ogni dì la voglia di partecipare al concerto cresceva di giorno
in giorno e anche se sapevo cosa avrei trovato in quella umida serata di
luglio, l'entusiasmo non è venuto meno.
David Byrne è un artista a 360°, oltre che musicista è anche scrittore
ed espositore. Forse non ci si ricorda della collaborazione con Ryuiki Sakamoto
per realizzare la colonna sonora de L'Ultimo
Imperatore di Bertolucci, in molti non sanno abbia scritto diversi libri (cito
Diari della bicicletta e il saggio Come funziona la musica), non tutti sono
a conoscenza che nel 1998 presentò lui stesso a Trieste la mostra Your Action World da lui realizzata ed
esposta al museo Revoltella. Quell'installazione esponeva, tra le altre cose, dei
manichini che trovavamo riportati anche sulla copertina del disco Feelings del 1997. Ed in occasione di
questo nostro concerto di Piazza Unità d’Italia, un rivenditore di arredi
artistici in una via limitrofa, ha voluto rendere omaggio all'artista esponendo
in vetrina due stampe che riproducevano un paio di questi soggetti. Per il tour
di Feelings, Byrne fece tappa in Regione per la prima volta con un concerto in
Friuli per la rassegna Folkest. Poi ritornò una seconda volta nel 2009 a Grado
per il festival Ospiti d'autore, per quello che era il tour Songs of David Byrne e Brian Eno
(l'anno prima i due avevano pubblicato Everything
that happens will happen today, dopo la prima collaborazione di My life in the bush of ghosts del 1981).
Questa volta invece il disco si chiama American
Utopia ed è stato pubblicato in marzo di quest'anno. Dal disco, per questo
tour, verranno estratti sette brani, mente per gli altri si andrà a pescare
anche dalla discografia dei Talking Heads.
Spettacolo, e che spettacolo svoltosi sabato 21 luglio a Trieste. L'ultima delle tre date che hanno
portato la città in vetta con la rassegna Live
in Trieste, organizzata da Zenit srl
e Azalea Promotion in collaborazione con il Comune di Trieste e la Regione FriuliVenezia-Giulia, che hanno saputo scegliere sapientemente tre assi da calare
in meno di una settimana. Dopo Iron Maiden e Steven Tyler ecco un ulteriore
spettacolo musicale però insolito che offre assieme teatro, musica, ritmica e
coreografie su di un palco allestito del tutto in modo diverso rispetto a
quanto siamo abituati. Un semi perimetro composto da un muro di fitte e fini catene separa la scena dal backstage. Le luci dei palazzi della piazza svelano
alla vista le sagome degli artisti che tra poco appariranno passando proprio
attraverso le catene come fossero una tenda. I dodici angeli dell'arte, scalzi,
che per novanta minuti rapiranno il pubblico, indossano tutti un elegante
completo grigio. Oltre a Byrne sul palco ci sono anche due coristi, un
bassista, una chitarrista, un tastierista e sei percussionisti. Tutti, nessuno
escluso, con strumenti e microfoni
wireless per permettere loro di muoversi e disporsi sul palco in totale
libertà e dare forma alle coreografie studiate per ogni brano, rendendo così
questo show concettuale più che un concerto, una rappresentazione per stupire.
Byrne in prevalenza canta, suona poco durante il set e in quelle rare
occasioni imbraccia una chitarra bianca fornita da un braccio che spunta
attraverso la tenda di catene, mentre i musicisti entrano ed escono di scena a
seconda di quello che prevede il copione. Da dietro alle catene, a seconda dell'illuminazione
fornita dalle luci di scena, si riescono a scorgere nel backstage gli
espositori delle innumerevoli percussioni usate dai sei fondamentali musicisti
ritmici per i quali andrebbe fatto un discorso a parte. Precisi ed essenziali,
coreografici e di supporto musicale l'uno dell'altro, cambiano svariate volte
gli strumenti a seconda delle esigenze musicali. Sembra di ascoltare un
unico batterista quando si tratta di Pop Rock, ma diventano una batteria
brasiliana con tanto di berimbau e cuìca, che perfettamente disegna incastri e produce
stacchi di tradizione tropicale o di matrice Afro. In questo fantastico
ensemble troviamo Mauro Refosco,
storico collaboratore ultra ventennale di Byrne (e non solo), percussionista
completo e di eccellente formazione (perdonate le lusinghe, ammetto trattarsi
di una debolezza dovuta a gusti percussivo-musicali).
I novanta minuti scorrono via veloci, c'è un solo bis composto da due
brani e qualcuno spera in Psycho killer
che purtroppo per questa volta rimane fuori dal giro. Ma c'è ben poco da
lamentarsi. Anche per la durata dello spettacolo non sento alcuna osservazione.
E per forza, dopo uno spettacolo così che cosa vuoi dire?
David Byrne - Trieste, Piazza Unità d'Italia American Utopia Tour 21 07 2018 I/III
David Byrne - Trieste, Piazza Unità d'Italia American Utopia Tour 21 07 2018 II/III
David Byrne - Trieste, Piazza Unità d'Italia American Utopia Tour 21 07 2018 III/III