sabato 27 luglio 2024

LOREENA MCKENNITT – Udine, mercoledì 24 luglio, Castello



 






Cristiano Pellizzaro per RadioCity Trieste (pubblicato il 27 luglio 2024)

Foto di Maicol Novara

UDINE - Alla fine di ogni concerto di Loreena McKennitt, ho come la sensazione di aver vissuto qualcosa di nuovo, di inaspettato, come una sorpresa.

Situazione bizzarra, a pensarci bene, in quanto nulla mi è sconosciuto.

Ma riflettendoci, però, e ascoltando anche i commenti tra il pubblico, scopro che non sono il solo a provare sensazioni particolari durante i suoi concerti.

L’origine di tutto questo penso sia dovuto al fatto che Loreena McKennitt ci ha sempre viziati e coccolati con le sue composizioni; la sua voce trascinante porta l'ascoltatore sempre in vetta tramite picchi notevoli e passando per frequenze e stati d'animo che ti fanno arrivare sulla cima della montagna, per poi gettarti nel vuoto planando con una delicata e lunga discesa in volo.

Ed ogni concerto è una sorpresa anche per gli arrangiamenti e gli adattamenti dei brani, curati e modificati a seconda delle esigenze dell'esibizione live.

Inoltre bisogna anche sottolineare che chi gioca un ruolo di primo piano in tutto questo è il suo fido Brian Hughes, che con i suoi plettri di ogni sorta (per chitarre, liuti o bouzouki), tutti strumenti suonati magistralmente, al momento giusto riesce a cucire tappeti sonori capaci di creare splendide atmosfere oniriche.

Nuovamente in regione, questa volta con il tour celebrativo di The mask and mirror (1994), che rimane la sua pubblicazione più conosciuta e che certamente le ha spalancato le porte al grande pubblico, la nostra musa ha saputo quindi ipnotizzarci nuovamente, e la folta platea, predisposta per l’occasione nel bellissimo piazzale del Castello di Udine (non ci poteva essere location migliore), si è gustata le due parti nelle quali era divisa la serata, in religioso silenzio.

La prima parte è stata dedicata ai suoi brani più belli e conosciuti, scelti da tutta la sua produzione, mentre la seconda, certamente quella più intensa e coinvolgete, interamente dedicata al disco citato poco fa, eseguito interamente e nell’esatta sequenza con cui è stato pubblicato.

Il tutto accompagnato da una piccola orchestra formata da cinque musicisti, tra i quali spiccano gli storici scudieri Caroline Lavelle (violoncello, voce, fisarmonica e flauto), e il violinista Hug Marsh.

Un ensemble che ha saputo magistralmente rievocare luoghi, situazioni ed atmosfere particolari, così presenti in ogni lavoro della McKennitt.

L'abbinamento location/artista ci è sembrato molto azzeccato, ed ha reso la performance una sorta di gemma incastonata alla perfezione nel calendario delle serate estive udinesi.

Un plauso anche all'ottima organizzazione di Azalea.it






venerdì 19 luglio 2024

CALEXICO – Udine, mercoledì 17 luglio, Castello - Folkest 2024









Cristiano Pellizzaro per RadioCity Trieste (pubblicato il 19 luglio 2024)

Foto di Matteo Coda 


UDINE – Calexico è il nome di una cittadina situata nel Sud della California, sulla linea di confine con il Messico.

Una frontiera ricca di storie e leggende, un luogo da caldo torrido e strade polverose, circondate da paesaggi aridi, dove l’unica vegetazione presente sono dei cactus e qualche cespuglio secco.

Questo nome, non a caso, è stato scelto da John Convertino e Joey Burns per il loro progetto musicale oramai vecchio di quasi trent’anni.

Un percorso artistico che ha coinvolto diversi generi musicali, capace di farci vivere sensazioni, alle volte, quasi sciamaniche.

Rock e Blues, Jazz e Folk, tradizione messicana con trombe e melodie Mariachi, che sono alla base delle loro composizioni definite "Tex-Mex", termine USA coniato negli anni ’50 per identificare non solo questo genere musicale, ma l’incontro, in generale, degli usi e costumi delle genti del Texas e del Messico.

Ma la loro rotta però, salvo alcune eccezioni, li ha portati ancora più lontano, a far tappa verso territori situati più a Sud, spingendosi fin oltre il canale di Panama, dove la "Cumbia", riproposta in alcune loro composizioni, è di casa.

I Calexico, di Tucson (Arizona), sono una piccola e magica orchestrina, acclamata da tutte platee del mondo, passata dalle nostre parti, purtroppo, poche volte.

Quindi un grosso grazie a Folkest ed alla sua organizzazione per averci permesso di fare questo viaggio in luoghi lontani e misteriosi, a bordo di un’immaginaria automobile americana degli anni ’60, sfrecciando lungo strade tracciate dal suono arido dalle loro chitarre, per sostare, a fine corsa, ad una fiesta di paese, al suono di malinconiche note profuse dalle trombe della sezione fiati.

Il ritmo preciso dettato della batteria, suonata da un Convertino con l'espressione perennemente compiaciuta, scandisce il tempo per tutta la durata del nostro viaggio.

Cumbia del Polvo e Harness the wind (entrambi da El Mirador del 2022, ultima loro produzione), sono solamente alcune delle tappe che vanno a comporre una nuova scaletta diversa ogni sera (quasi una rarità tra i loro colleghi).

Una scaletta che, inaspettatamente e quindi con grande sorpresa, ci propone una bellissima Under the wheel, suonata in modo suadente e delicato, tanto da rivelarsi ancora più bella e coinvolgente di come la conoscevamo, e quindi molto apprezzata dal numeroso pubblico presente.

Ma arriva anche Cumbia de Donde che, purtroppo, ci indica che le nostre strade ora si dividono, e noi, come gli autostoppisti presenti nei leggendari testi americani, scendiamo da questa vecchia macchina e salutiamo chi, gentilmente, ci ha dato questo passaggio, senza nemmeno conoscerci. Muchas gracias amigos, adios.