lunedì 7 luglio 2025

GHALI - Codroipo, venerdì 4 luglio, Villa Manin

 












Cristiano Pellizzaro per RadioCityTrieste (pubblicato il 07 luglio 2025)

Foto di Simone Di Luca


CODROIPO (UD) – Un partita impari, le cui sorti erano note sin dall’inizio. Un incontro di quelli solitamente definiti come “uno contro tutti”.

Va precisato però, che quel "tutti" significa diverse migliaia di persone, e tutte in attesa del loro MC che, con coraggio e determinazione, le ha affrontate senza esitazione alcuna.

Sin dalla sua apparizione, il titanico Ghali ha condotto la cerimonia dimostrando di sapere gestire e riempire ad arte il palcoscenico.

Forse qualcuno penserà che io stia esagerando, e forse avrà anche ragione, ma l’impressione che mi ha fatto questo artista, è stata molto sorprendente.

Nonostante, infatti, le notevoli dimensioni del palco, lui è rimasto comunque in risalto anche grazie alla sua altezza e silhouette.

Un personaggio attraente che, tra stupefacenti giochi di luce, fiammate ed elaborate riprese video, ha giustificato l’esclamazione “Che figata di spettacolo”.

Certo questo non è un termine che si addice molto ad esser scritto in un articolo o recensione, ma certamente , oggidì, è di uso comune, soprattutto sulle labbra dei più giovani, per la maggior parte componenti dell’adorante folla presente a Villa Manin venerdì scorso per acclamare, o solamente per curiosare (come ammette il sottoscritto), questo rapper-cantante-artista, non proprio di primo pelo, e nemmeno nuovo alla scena musicale, considerando che il suo primo disco risale al 2017.

E da quella volta ha sfornato svariate hit, compresa quella di un anno fa, con la quale ha partecipato al festival musicale italiano per eccellenza.

Una cosa mi ha sorpreso delle parole di saluto che ha rivolto al pubblico, ed è la frase “…grazie per avermi invitato…”, dimostrando, con questo, gentilezza ed umiltà.

Ad essere sincero quello di Ghali non è proprio il mio genere musicale preferito ma, come detto poc'anzi, è stata la curiosità, e non lo nego, anche la simpatia verso alcuni testi dei brani, che mi hanno spinto a partecipare a questo evento.

E, guardandomi in giro per comprendere la circostanza, ho notato con piacere che ero uno dei tanti "boomer" presenti ad assistere a questo momento della musica della nuova generazione, sia per sonorità, che comportamenti e linguaggio.

Tra l'altro se le persone di una certa età presenti non erano poche, un motivo dovrà pur esserci stato, no? 

La musica si evolve, e lo farà sempre, sta al passo con i tempi e parla di quanto le accade intorno, ed è giusto sia così.

Ed è anche giusto che ogni generazione abbia il proprio cronista, proprio come quello protagonista di questa serata organizzata da Vigna PR, FVG Music Live, Ente Regionale Patrimonio Culturale FVG e FVG Turismo, alla quale noi siamo felici di aver partecipato.











venerdì 27 giugno 2025

MASSIVE ATTACK - Gorizia, martedì 24 giugno, Arena Casa Rossa

 









Cristiano Pellizzaro per Radio City Trieste (pubblicato il 27 giugno 2025)

Foto di Simone Di Luca


GORIZIA – Alla fine di questo concerto, con il pubblico che abbandona l'Arena in modo composto ed ordinato, percepisco che qualcosa, dal palcoscenico, è arrivato alle persone.

Solitamente, al termine di ogni esibizione, il defluire della fiumana di gente, che si raduna in eventi di questo tipo, è sempre accompagnata da un vociare di sottofondo che, però, questa volta non percepisco.

Anche grazie all'ottimo piano di gestione del traffico messo in atto da parte della macchina organizzativa per questa occasione, non ci sono congestioni veicolari, il traffico è ordinato, e questo amplifica il mio stato riflessivo su quanto ho appena avuto modo di vedere e vivere.

Mi sento infatti come se mi fosse arrivato un pesante pugno nello stomaco, un ceffone che mi sveglia e che mi fa male, non tanto per quanto è stato svelato, ma per quanto sto vivendo, senza darci (purtroppo) la giusta considerazione.

Non sempre infatti, quando finisce un concerto, si è pronti a dare un giudizio o fare un commento, e non sempre è detto che uno spettacolo musicale sia solamente un'esplosione di note e luci per un pubblico in delirio.

I Massive Attack si sono messi nuovamente in tour con uno spettacolo tecnologico, moderno e di forte impatto sociale e riflessivo.

Non nuovi a questo genere di cose, hanno addirittura tradotto in italiano i testi dei messaggi proiettati a sfondo palco, e coinvolto il pubblico catturando singolarmente svariati volti dei presenti, per poi utilizzarli sullo schermo per una pioggia di foto identificative, associate ad un ipotetico ruolo nella società per ogni persona individuata.

Ma chi sono questi Massive Attack di cui stiamo parlando, il cui nome suonerà familiare a parecchi, nonostante il loro genere musicale non sia proprio commerciale?

Considerati i pionieri del Trip Hop, con la fusione in un unico bacino anche altri generi come il Dub, Soul, Elettronic ad Ambient, dalla città natale di Bristol hanno dato vita a sonorità sognanti, capaci di avvolgere l'ascoltatore e traghettarlo in situazioni di profondo stato onirico, al limite del fantastico.

Avari di produzioni discografiche (solo cinque a partire dal 1991, di cui l'ultima risalente a quindici anni fa), riappaiono regolarmente per sconvolgenti tour richiamando migliaia di persone.

Chissà in quanti, tra i presenti di questa sera, potranno vantare di averli visti sul finire degli anni '90 nell'allora Club del Rototom di Pordenone.

All'epoca lo spettacolo rientrava nel tour di Mezzanine, e stando alla memoria di chi c'era, contrariamente a quanto è accaduto oggi, si era trattato di una "tradizionale esibizione musicale", e non uno spettacolo forte e riflessivo.

Lo spettacolo organizzato da FVG Music Live e VignaPR, in collaborazione con PromoTurismoFVG, il GECT GO ed il Comune di Gorizia, e rientrante nella serie di eventi GO!2025, rassegna che unisce le città di Gorizia e Nova Gorica sotto lo stesso titolo di Capitale Europea della Cultura, ci ha permesso di ammirare sul palco dell'Arena Casa Rossa di Gorizia, i due Massive Attack, Del Naja e Daddy G, assieme a tutta la loro truppa, compresa Elizabeth Fraser.

La cantante, autentica sorpresa in questo tour e storica voce del brano Teardrop (eseguita anche a Gorizia), ci ha pregiati della sua presenza sul palco in diverse occasioni.

Tra queste, assolutamente da menzionare, l'esecuzione di Song to the siren, cover di Tim Buckley, eseguita in stile This Mortal Coil, come già avvenuto nel 1984 quando la cantante dei Cocteau Twins aveva preso parte al progetto di Ivo Russel dell'etichetta 4AD.

Dopo novanta minuti di elettro shock artistico, i musicisti si congedano da un pubblico stordito. Nessun bis in programma, e nessuno osa chiederlo.

Inutile essere come gli altri, perchè questo spettacolo non è stato come gli altri.



GO!2025 : per l'elenco completo degli eventi della rassegna, si inviata a consultare il programma al sito www.go2025.eu







domenica 6 aprile 2025

SAMUELE BERSANI & ORCHESTRA - Trieste, mercoledì 02 aprile, Teatro Rossetti







Cristiano Pellizzaro per RadioCityTrieste (pubblicato il 06 aprile 2025)

Foto di Beatrice Robles

TRIESTE – Mi sento in imbarazzo nello scrivere una recensione partendo con una breve lista di quelli che sono stati i punti fermi di un successo annunciato già da tempo. Non che mi manchino le parole, per carità, solo che in questo modo mi sento di essere più spontaneo. E allora, eccovi svelata la mia spina nel fianco:

1) Il concerto recuperato

2) Il nome che non ha bisogno di presentazioni

3) Lo spettacolo

Bando alle ciance quindi,  partiamo con l'analisi di questi tre capitoli, se così possiamo chiamarli.

1) Il concerto recuperato

Certamente la carta emozionale ha giocato un ruolo importante in questa serata. Sopportare l’attesa di uno spettacolo non è mai piacevole, soprattutto se il tuo beniamino si trova costretto ad uno stop forzato per doversi rimettere in sesto con la salute. Il concerto si sarebbe dovuto svolgere lo scorso dicembre, ed era stato annunciato con un bel po' di anticipo dagli organizzatori di Azalea, ai quali sarà costato non poco lavoro mettere in piedi un evento simile. Ma poi è arrivato l'annuncio della sospensione e la nuova programmazione delle date, il tutto accompagnato dall'apprensione dei fans e dagli innumerevoli messaggi di incoraggiamento verso il nostro Samuele. In quel momento, leggendo commenti e messaggi in rete, non avevo percepito disappunto da parte di nessuno, ma tanto dispiacere e preoccupazione, spazzati via da altrettanto incoraggiamento ed affetto. Tutto questo ovviamente ricambiato dall'artista. Inutile quindi  descrivere l'atmosfera che l'altra sera si è venuta a creare presso il Teatro Rossetti.

2) Il nome che non ha bisogno di presentazioni

Beh, Samuele Bersani non ha bisogno di presentazioni. Ogni parola sarebbe superflua, ma comunque mi sento di dover spendere qualche riga nei suoi confronti, anche perchè in tanti anni di concerti non ho mai avuto modo di scrivere alcunché sul suo conto, nonostante lo abbia già visto dal vivo in svariate occasioni. Apparso sulle scene nel lontano 1992 con quello che è stato il suo biglietto da visita di debutto dal titolo "Chicco e Spillo", il nostro eroe ci ha fatto capire sin da subito di che pasta era fatto, confermandosi e, mi sento di dire anche affermandosi, tre anni dopo, nonostante il suo percorso fosse appena alla seconda tappa. Un'inconsueta maturità precoce per certi versi, cosa non da tutti. Negli anni successivi non ha mai deluso, non si è mai ripetuto, ed ha continuato a sorprendere. Cresciuto sotto l'ala protettiva di Lucio Dalla, è uno di quegli autori dalla penna sublime, che riesce a descrivere con poesia ed ironia situazioni e contesti altrimenti difficili da raccontare senza correre il rischio di annoiare. Ritengo, per certi versi, sia una sorta di messaggero, un ponte di collegamento tra i nostri cantautori di una volta e quelli della nuova scuola che, da un po' di anni, stanno tornando sulle scene.

3) Lo spettacolo

Mettere in scena uno spettacolo come questo non è affatto facile. Non che in altri contesti le cose siano più semplici, tutt'altro, solo che dover mettere mano a dei brani, nati con un'altra concezione, per riproporli in una nuova veste, non è affatto facile. E' rischioso, non è detto che la cosa riesca, che quel brano si presti a venir rivisitato. Penso inoltre sia il desiderio di molti cantautori, portare in tour uno spettacolo sinfonico dei propri brani. Lui stesso ha svelato dal palco del Rossetti di aver cullato questo desiderio da molto tempo. Ed ecco quindi che il sogno si avvera, e non soltanto si trasforma in realtà, ma si dimostra essere un obiettivo centrato diverse volte consecutivamente scoccando delle frecce che si piantano l’una dentro l'altra. Pop e Sinfonia si sposano alla perfezione senza prevalere l’uno sull’altra. L'orchestra, accompagnata dalla tradizionale formazione composta da chitarra, basso e batteria, sfoggia un interessante quanto inaspettato set di marimba e vibrafoni nelle retrovie. Notevoli gli arrangiamenti degli archi, per nulla scontati o prevedibili, che hanno reso molti dei brani ancora più particolari, belli ed accattivanti. Per non parlare degli ottoni, in più occasioni dal sapore Barocco, capaci di offrire una marcia in più.

4) Saluti finali

Il capitolo che prima non ho citato ma che voglio inserire adesso. In altri casi mi è capitato di veder spettacoli simili messi in piedi unicamente per riattivare la macchina del tour ed andare in giro. Risultato: tutti molto stopposi. Ma non questa sera, anche se ammetto che un po' di timore iniziale l’ho provato. Riuscire in un’impresa del genere non credo sia da tutti e certamente dietro a tutto questo si cela tanto sudore, lavoro e scelte fatte con precisione. Ovviamente è stato scelto di realizzarne anche un disco. Un vinile con le registrazioni della prima parte di questo tour, disponibile anche nel foyer del Rossetti, e non sbaglia Beatrice, la mia compagna, nel volerne acquistare una copia. E' stato veramente un bel concerto, una bellissima esperienza. Non sempre si riesce a centrare il bersaglio, stavolta proprio si, e quindi sono d'accordo per il vinile,  ne vale proprio la pena. Chapeau signor Bersani.





giovedì 27 febbraio 2025

MOSTRA MERCATO DEL DISCO E DEL CD USATO E DA COLLEZIONE Pordenone, sabato 25 e domenica 26 gennaio, Fiera di Pordenone










Cristiano Pellizzaro per RadioCityTrieste (pubblicato il 27 febbraio 2025)

Foto di SofiaGiorgetti e MOSTRA DEL DISCO DI PORDENONE

www.mostradeldisco.com

Facebook: Mostra mercato del disco di pordenone


PORDENONE – Tutto è iniziato nel 1991, per mano di due amici universitari che, mossi dalla passione in comune per la musica, avevano deciso di mettere in piede la prima edizione della Mostra Marcato del Disco a Pordenone. All'epoca vinili e giradischi erano oggetti di dominio pubblico, e lo sarebbero stati per altri anni ancora, prima di concedersi un periodo di vacanza per poi riprendersi la scena occupata nel frattempo da altri supporti.

Certamente da quel lontano inizio di decade, gli ostacoli non saranno mancati agli ideatori della manifestazione, ma la tenacia e la voglia di fare, abbinate alle idee, hanno fatto sì che la rassegna arrivasse sino ad oggi, raggiungendo il ragguardevole traguardo della 35a edizione.

La Mostra Mercato del Disco e del CD usato e da Collezione di Pordenone, come è giusto scrivere in quanto è il nome corretto della manifestazione, nel corso della sua storia ha saputo affermarsi in tutta Italia, diventando quest'anno la rassegna più grande del nostro Paese.

Nelle due giornate di sabato 25 e domenica 26 gennaio, stando ai dati ufficiali, 4000 sono stati i visitatori, mentre 150 gli espositori arrivati da tutta Europa, alcuni già presenti nella giornata di venerdì per i dovuti allestimenti della rassegna che ha riempito Pordenone, graziosa città da tantissimi anni molto vivace a livello nazionale in fatto di eventi ed artisti musicali.

Ma quest'anno La Mostra Mercato del Disco, organizzata dalla Virus Concerti e  dall'Associazione Culturale Il Deposito, con il supporto del Comune di Pordenone, della Regione FVG e Pordenone Fiere, si è arricchita di appuntamenti ed eventi collaterali, grazie al duro lavoro svolto dallo staff che ha pensato anche di coinvolgere le scuole.

L'agenda della Mostra, per la quale quest’anno è stato concesso il padiglione n.5, il più grande del complesso fieristico, prevedeva due dibattiti aperti al pubblico, ovvero Stato libero d'Indipendenza-Dai movimenti artistici alle etichette discografiche, la musica indipendente com'era e com'è con Andrea Marmorini, Francesco Aneloni, Eva Poles, Fabio Zigante, Miss XOX e Alessandro Liccardo (moderatore), e Muri di suoni-Come è cambiato nel tempo il ruolo delle radio nella promozione e divulgazione musicale con Dj Ringo, Andrea Marmorini, Alberto Tessariol e Federico Linossi (moderatore).

E poi ancora FVG Live! una raccolta storica di poster e locandine di concerti svoltisi in Regione, curata da Cristiano Pellizzaro, tre info point dedicati alle rassegne locali di concerti del Music in Village, Pordenone Blues Festival e del Sexto 'Nplugged, e l'evento clou andato in scena la sera del sabato presso Il Capitol con la selezione musicale ad opera di Dj Ringo.

Ma le iniziative non sono mica finite qui,  perchè a tutti i possessori del biglietto della Mostra, è stato concesso un ingresso ridotto presso Il Palazzo del Fumetto per l'esposizione dedicata al trentennale dei Tre Allegri Ragazzi Morti (visitabile fino al 9 marzo).

Non c'è che dire, un ottimo lavoro da parte degli organizzatori, ricompensati anche dall'inserimento della manifestazione nel Calendario Nazionale delle Fiere.

Un riconoscimento sancito con tanto di Decreto dello scorso dicembre, con il quale la Mostra è stata consacrata come l'unica Fiera del Disco a livello nazionale. L'appuntamento per l'anno prossimo è già stato fissato con l'obbiettivo di far diventare questa fiera un evento internazionale. E le credenziali ci sono tutte.







lunedì 3 febbraio 2025

ROCKETS - Udine, sabato 01 febbraio, Teatro Nuovo Giovanni da Udine


 






Cristiano Pellizzaro per RadioCityTrieste (pubblicato il 03 febbraio 2025)

Foto di Alessandro Castorina


UDINE – Sono arrivati da lontano, dalla galassia dello Space Rock!

Cinque rappresentanti del loro pianeta sono atterrati a Udine, ed hanno fatto la loro comparsa al pubblico del capoluogo friulano attraverso lo sportello della loro astronave.

Da tempo non venivano a farci visita i Rockets, ed in tanti, per la maggior parte nostalgici dei primi incontri ravvicinati avvenuti in queste terre quasi mezzo secolo fa, hanno voluto salutarli e dare loro il benvenuto, riempiendo ogni posto del Teatro Nuovo Giovanni da Udine, per questa serata "spaziale" organizzata da Azalea.

Ambasciatori di pace ed emozioni cosmiche, a partire dagli indumenti, e dalle sembianze molto più terrestri, i Rockets sono mutati in tante cose rispetto ai loro primi viaggi interstellari.

Nonostante le evoluzioni strumentali avvenute da allora, i loro vecchi messaggi come Universal band, Electric delightOn the road again non perdono la loro bellezza, così come per One more mission, sostenuta dall'ottimo basso di Rosaire Riccobono, fido scudiero da tantissimi anni di Fabrice Quagliotti, unico membro storico oramai, rimasto a calcare il palcoscenico da tanti anni luce or sono.

The Finale Frontier Tour, questo il nome della nuova missione intergalattica dei nostri messaggeri interplanetari, vuole svelare al pubblico i brani del nuovo repertorio, composizioni molto più di stampo Rock tradizionale, quindi una matrice diversa rispetto all'originale, ma non per questo meno meritevoli di attenzione ed applausi da parte degli amici terrestri.

Due ore piene zeppe di storia e cuore, per raccontarci tutto il loro viaggio, passando anche per World on fire, e la nuova Cosmic Castaway realizzata con la partecipazione in studio di Alain Maratrat, e regalando a sorpresa Fils du ciel, pubblicata nel 1976 nel primo "Album Verde", e non eseguita live da ben quarantacinque anni.

Da subito i terrestri hanno compreso ed accolto il loro messaggio universale, e non smettono di credere in loro, chiedendo a gran voce, prima della partenza, una delle prime supernova musicali, ovvero quella Galactica che ancora oggi fa impazzire gli abitanti del pianeta terra.