Cristiano Pellizzaro per RadioCityTrieste (pubblicato il 06 aprile 2025)
Foto di Beatrice Robles
TRIESTE – Mi sento in imbarazzo nello scrivere una recensione partendo con una breve lista di quelli che sono stati i punti fermi di un successo annunciato già da tempo. Non che mi manchino le parole, per carità, solo che in questo modo mi sento di essere più spontaneo. E allora, eccovi svelata la mia spina nel fianco:
1) Il concerto recuperato
2) Il nome che non ha bisogno di
presentazioni
3) Lo spettacolo
Bando alle ciance quindi, partiamo con l'analisi di questi tre capitoli, se così possiamo chiamarli.
1) Il concerto recuperato
Certamente la carta emozionale ha giocato un ruolo importante in questa serata. Sopportare l’attesa di uno spettacolo non è mai piacevole, soprattutto se il tuo beniamino si trova costretto ad uno stop forzato per doversi rimettere in sesto con la salute. Il concerto si sarebbe dovuto svolgere lo scorso dicembre, ed era stato annunciato con un bel po' di anticipo dagli organizzatori di Azalea, ai quali sarà costato non poco lavoro mettere in piedi un evento simile. Ma poi è arrivato l'annuncio della sospensione e la nuova programmazione delle date, il tutto accompagnato dall'apprensione dei fans e dagli innumerevoli messaggi di incoraggiamento verso il nostro Samuele. In quel momento, leggendo commenti e messaggi in rete, non avevo percepito disappunto da parte di nessuno, ma tanto dispiacere e preoccupazione, spazzati via da altrettanto incoraggiamento ed affetto. Tutto questo ovviamente ricambiato dall'artista. Inutile quindi descrivere l'atmosfera che l'altra sera si è venuta a creare presso il Teatro Rossetti.
2) Il nome che non ha bisogno di
presentazioni
Beh, Samuele Bersani non ha bisogno di presentazioni. Ogni parola sarebbe superflua, ma comunque mi sento di dover spendere qualche riga nei suoi confronti, anche perchè in tanti anni di concerti non ho mai avuto modo di scrivere alcunché sul suo conto, nonostante lo abbia già visto dal vivo in svariate occasioni. Apparso sulle scene nel lontano 1992 con quello che è stato il suo biglietto da visita di debutto dal titolo "Chicco e Spillo", il nostro eroe ci ha fatto capire sin da subito di che pasta era fatto, confermandosi e, mi sento di dire anche affermandosi, tre anni dopo, nonostante il suo percorso fosse appena alla seconda tappa. Un'inconsueta maturità precoce per certi versi, cosa non da tutti. Negli anni successivi non ha mai deluso, non si è mai ripetuto, ed ha continuato a sorprendere. Cresciuto sotto l'ala protettiva di Lucio Dalla, è uno di quegli autori dalla penna sublime, che riesce a descrivere con poesia ed ironia situazioni e contesti altrimenti difficili da raccontare senza correre il rischio di annoiare. Ritengo, per certi versi, sia una sorta di messaggero, un ponte di collegamento tra i nostri cantautori di una volta e quelli della nuova scuola che, da un po' di anni, stanno tornando sulle scene.
3) Lo spettacolo
Mettere in scena uno spettacolo come questo non è affatto facile. Non che in altri contesti le cose siano più semplici, tutt'altro, solo che dover mettere mano a dei brani, nati con un'altra concezione, per riproporli in una nuova veste, non è affatto facile. E' rischioso, non è detto che la cosa riesca, che quel brano si presti a venir rivisitato. Penso inoltre sia il desiderio di molti cantautori, portare in tour uno spettacolo sinfonico dei propri brani. Lui stesso ha svelato dal palco del Rossetti di aver cullato questo desiderio da molto tempo. Ed ecco quindi che il sogno si avvera, e non soltanto si trasforma in realtà, ma si dimostra essere un obiettivo centrato diverse volte consecutivamente scoccando delle frecce che si piantano l’una dentro l'altra. Pop e Sinfonia si sposano alla perfezione senza prevalere l’uno sull’altra. L'orchestra, accompagnata dalla tradizionale formazione composta da chitarra, basso e batteria, sfoggia un interessante quanto inaspettato set di marimba e vibrafoni nelle retrovie. Notevoli gli arrangiamenti degli archi, per nulla scontati o prevedibili, che hanno reso molti dei brani ancora più particolari, belli ed accattivanti. Per non parlare degli ottoni, in più occasioni dal sapore Barocco, capaci di offrire una marcia in più.
4) Saluti finali
Il capitolo che prima non ho citato ma che voglio inserire adesso. In altri casi mi è capitato di veder spettacoli simili messi in piedi unicamente per riattivare la macchina del tour ed andare in giro. Risultato: tutti molto stopposi. Ma non questa sera, anche se ammetto che un po' di timore iniziale l’ho provato. Riuscire in un’impresa del genere non credo sia da tutti e certamente dietro a tutto questo si cela tanto sudore, lavoro e scelte fatte con precisione. Ovviamente è stato scelto di realizzarne anche un disco. Un vinile con le registrazioni della prima parte di questo tour, disponibile anche nel foyer del Rossetti, e non sbaglia Beatrice, la mia compagna, nel volerne acquistare una copia. E' stato veramente un bel concerto, una bellissima esperienza. Non sempre si riesce a centrare il bersaglio, stavolta proprio si, e quindi sono d'accordo per il vinile, ne vale proprio la pena. Chapeau signor Bersani.