Cristiano Pellizzaro per RadioCityTrieste (pubblicato il 17/02/2017)
Immagine da www.ilrossetti.it

Veniamo all'aspetto musicale della serata, un evento più unico che
raro il cui profumo di leggenda rimarrà nell’aria per un bel po’. Più di
qualcuno si sarà accomodato in sala chiedendosi quanto sarebbe stato capace di
fare ancora con la sua voce a settantacinque anni Arthur Ira Garfunkel, soprattutto
dopo i problemi vocali che alcuni anni fa lo hanno costretto ad una pausa. Ma
sin dalle prime note ogni dubbio o timore sono stati scacciati. Ovviamente non
si stava ad ascoltare la stessa ed inalterata voce che tutti conosciamo, ma
certamente di gran lunga meglio conservata ed adoperata rispetto quella di
tanti altri colleghi anche più giovani che purtroppo fanno rimpiangere i fasti
di un tempo, lasciando l'amaro in bocca e la domanda "ma perchè lo hai
fatto?". No, questa volta non è andata così, e per i due set da ottanta minuti
da solo con la sua voce Garfunkel ha dato prova di grande abilità, accompagnato
dalle splendide note suonate da Tab Laven (chitarra acustica) e Cliff
Carter (tastiere e pianoforte). Intimo, delicato e raffinato, come da
programma lo show svoltosi al Teatro Rossetti di Trieste, arrivato in
città grazie a Show Bees e D'Alessandro & Galli, ha proposto
in scaletta brani scelti come omaggio ad autori quali Randy Newman e George
Gershwin, e ovviamente cavalli di battaglia del connubio Simon &
Garfunkel come The Boxer, secondo titolo in scaletta, l'attesa ed
immancabile The sound of silence e Bridge over troubled water,
eseguita in chiusura di serata. Saluti finali e congedo dal pubblico con un semplice ma caloroso good night Trieste.
Sarebbe stato davvero un peccato non esserci stati.
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