Cristiano Pellizzaro per
RadioCityTrieste (pubblicato il 27/03/2017)
Fotografie di
Fabrizio Caperchi
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Foto di Fabrizio Caperchi |
I tour unplugged, con sezioni di
archi o in formazione ridotta, ultimamente sanno essere delle formule un po’
troppo adoperate pur di richiamare pubblico e rischiano di offrire esibizioni
insipide, svilite nel midollo e di conseguenza senza senso. Fortunatamente nel
nostro caso la matrice musicale e tradizionale consentono un ritorno alle
origini senza correre troppi rischi. Nel corso della sua parabola artistica
lunga ben trentadue anni
Loreena
McKennitt è partita dalla musica tradizionale irlandese per poi metterci
dentro un po’ di rock e tanto sapore orientale, fino ad un ritorno da dove era
partita. Ci aveva abituati a lunghi viaggi in terre lontane raccontando di
personaggi mitici o semplicemente facendoci immaginare sulle note delle sue
composizioni, gli itinerari dei suoi viaggi. Ogni disco una nuova avventura,
ogni tour una vera esperienza dove un’autentica orchestra fondeva e diffondeva
sonorità da sogno. Questa volta però la dimensione è stata rivista e per poter
dare vita a questo tour dal titolo
Loreena
McKennitt - A trio performance (portato a Trieste al
Teatro Rossetti da
BarleyArts e Zenit srl), si è deciso per uno spettacolo contenuto che allo stesso
tempo ha creato un’atmosfera coinvolgente per un pubblico a dir poco caloroso
ed entusiasta. Per poter fare questo Loreena McKennitt ha sapientemente
rovistato nel baule delle sue composizioni e riproposto ventuno brani divisi in
due set per un totale di due ore e mezza circa di spettacolo. Lei, al
pianoforte ed arpa celtica oltre che alla splendida voce ancora in piena forma,
ha scelto di tuffarsi in questa nuova avventura assieme a due dei suoi fidati
collaboratori da oltre vent’anni:
Caroline
Lavelle al violoncello, organetto, flauto e voce, e
Brian Hughes all’oud, bouzouki, chitarre acustiche ed elettriche,
dalle quali ha magistralmente tirato fuori suoni decisamente necessari per
atmosfere epiche indispensabili a questa serata, lasciandosi andare in modo
adeguatamente contenuto negli assoli di
The
Bonny Swans e
Stolen child.
L’assenza delle percussioni ha obbligato l’esclusione dalla setlist di brani
come Huron 'Beltane' Fire Dance, Marco Polo e The gates of Instanbul, non sono
mancati invece
All souls night,
The dark night of the soul,
Dante's prayer e
The mummer's dance. Una standing ovation da teatro esaurito,
proseguita il giorno successivo sui social tra foto del dopo concerto assieme
all'eroina canadese e commenti del tipo
"Serata
indimenticabile! Da tenere buona per i momenti difficili". Non era la
prima volta che la McKennitt suonava in Regione, l'ultima sua apparizione è
stata nel 2008, il suo unico concerto a Trieste nel 1998 alla Sala Tripcovich.
Speriamo di non dover aspettate tanto altro tempo per il suo prossimo passaggio
qui da noi.
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Foto di Fabrizio Caperchi
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