La stessa domanda
che già si era fatta spazio nei miei pensieri dopo un primo ascolto del disco,
ha continuato ad insistere anche durante il concerto. Dove si era nascosta per
tutto questo tempo Paola Rossato? Perché
solo adesso ci regala questa piacevole perla di parole e musica? Il disco
d’esordio di questa cantautrice goriziana è come un cofanetto dei segreti
personali che tutti noi possediamo e all’interno del quale custodiamo
gelosamente desideri, sogni, pensieri, sentimenti e ricordi. Un autentico
scrigno della vita che pochi di noi però decidono di aprire e rivelarne il
contenuto agli altri perché sanno già che si sentirebbero senza veli addosso.
Paola Rossato invece no, questo non vale per lei e con decisa maturità umana
svela tutte le sue esperienze e lo fa con un bagaglio artistico notevole che
funge da ottimo complice per questo suo debutto andato in scena alla Kulturni Dom di Gorizia la sera di lunedì 14
maggio davanti ad una platea impaziente di poter finalmente assaporare dal
vivo e in versione completa la suo opera prima dal titolo Facile, anche se per Paola raggiungere questo traguardo è stato
tutt’altro che semplice.
I tredici brani del disco raccolgono quanto provato
sulla sua pelle a partire da Non Dormo,
uno dei pezzi migliori, cronache comuni degli ambienti lavorativi dove tutti
sono utili ma nessuno è indispensabile, condizione per cui lo stress non ti
porta a dormire, oppure L’uomo delle
parole, dedicata ai troppi ciarlatani della società che dietro fiumi di
parole millantano possibilità infondate, e la simpatica Emmi (Gr.), ironico pensiero
sugli atti del corteggiamento, eseguita nel finale con il pubblico divertito ad
ascoltare e guardare Paola a cantare tra il pubblico (…come i fighi… scherza lei in dialetto scendendo dal palco). Questi sono solo alcuni degli esempi di queste esternazioni artistiche
che sorprendono e di conseguenza piacciono per l’abbinamento delle melodie su
cui vengono fatte scorrere le parole e la scelta delle musiche che le
accompagnano, che variano dal classico stile del cantautorato (con voce e
chitarra in primo piano) al Pop, dal Jazz da club a un lieve e raffinato
Reggae. Il tutto suonato con invidiabile feeling e maestria dai fidi musicisti Simone Serafini (basso elettrico e
contrabbasso), Sergio Giangaspero
(chitarre e cori), Ermes Ghirardini
(batteria e percussioni), Gianpaolo
Rinaldi (pianoforte e tastiere) e le piacevoli incursioni di Mirko Cisilino alla tromba e trombone. Gran
finale con bis di rito e un ringraziamento a tutti coloro che hanno reso
possibile sia la realizzazione del disco che il concerto goriziano, con una
menzione speciale per la madre Maria
Medvešček, per certi versi produttrice del
cd, e il fotografo Dean Zobec, curatore
anche del sito e compagno dell’artista.
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